Il Concetto Vojta come strumento riabilitativo

Il principio generale del trattamento riabilitativo secondo il Concetto Vojta si basa sull’attivazione in via riflessa di modelli di locomozione, che contengono in sé gli elementi motori dello sviluppo ontogenetico del bambino, dallo strisciamento e rotolamento del lattante alla verticalizzazione e deambulazione matura. Tali modelli sono attivabili da specifiche posizioni di partenza (dalla posizione prona lo “Strisciamento”, dalla posizione supina e laterale il “Rotolamento”) e da determinati punti di stimolazione.

I modelli di locomozione riflessa sono:  Strisciamento Riflesso

  • innati, cioè presenti in neonati ed adulti come predisposizione funzionale del nostro sistema nervoso;
  • sempre evocabili in via riflessa e, quindi, attivabili per fini terapeutici;
  • globali, cioè la loro espressione motoria è costante e globale in quanto tutto il corpo partecipa all’espletamento della funzione evocata;
  • reciproci, ovvero come tutti i tipi di locomozione i due emilati corporei si alternano nella loro funzione, permettendo un alto grado di differenziazione muscolare.

L’attivazione di questi modelli può avvalersi anche di un vasto e potente sistema facilitatorio, quale la somma di più zone di stimolazione esercitate per un tempo maggiore:
1° Sommazione spaziale: utilizzo contemporaneo di più zone di stimolazione che, potenziando il flusso afferenziale degli stimoli, aumenta l’intensità della risposta globale in un tempo minore.
2° Sommazione temporale: aumento del tempo di stimolazione di una zona, contro resistenza, che determina una risposta motoria più intensa e globale.

L’attivazione dei circuiti motori attraverso la specifica postura di partenza, le afferenze propriocettive provenienti dalle zone di stimolazione, la sommazione spaziale e temporale determinano come risposta un pattern fisiologico di locomozione in cui sono rilevabili le funzioni di ogni tipo di locomozione umana:

  • REGOLAZIONE POSTURALE AUTOMATICA;
  • MECCANISMI DI RADDRIZZAMENTO CONTRO GRAVITA’;
  • MOTILITA’ FASICA: movimento finalizzato e coordinato.

Tutti gli elementi della risposta, a livello periferico, coinvolgono:

  • l’organo assiale (capo e tronco), con un suo lavoro fisiologico sui tre piani
  • la muscolatura, con un lavoro coordinato e differenziato
  • le articolazioni, con un l’ottimizzazione del rapporto osteo – articolare.

La vastità delle risposte coinvolge anche la muscolatura oro-facciale, quella deputata alla funzionalità della deglutizione, masticazione, oculomozione, respirazione; favorisce anche le funzioni vegetative, la peristalsi intestinale, le attività della vescica e degli sfinteri.
I modelli permettono di corticalizzare l’esperienza motoria dando informazioni per un corretto schema corporeo ed un giusto orientamento spaziale; concorrono al raggiungimento di una motilità fine e all’acquisizione della stereognosia (riconoscimento degli oggetti alla sola manipolazione), inoltre favoriscono il trofismo muscolo-scheletrico permettendo una crescita ossea armonica.
Nel caso di pazienti con esiti di lesioni del sistema nervoso periferico si cerca di conservare l’attività motoria e sensoriale attraverso l’ “ipertrofia funzionale” delle fibre rimaste integre in grado di assorbire un maggior passaggio d’impulsi e – secondo il prof. Vojta – si favorisce la “ricrescita e la canalizzazione” dei nervi. Si possono così prevenire o ridurre i danni secondari dell’apparato muscolo-scheletrico.
Nei casi di patologie ortopediche, grazie all’attività posturale, di raddrizzamento e fasica, è possibile recuperare il range articolare, riequilibrare la postura, lavorare per il riequilibrio ed il rinforzo della muscolatura senza rischi di affaticamento.
La terapia secondo il Concetto Vojta, utilizzando un’ attività innata ed evocabile in via riflessa, è indicata per la cura di pazienti che non possono collaborare (neonati, pazienti con ritardo psicomotorio o in stato comatoso).
Con qualche accorgimento specifico è possibile il trattamento riabilitativo anche in presenza di dolore o di gessi.
Il Concetto Vojta come strumento riabilitativo può quindi essere applicato in molte patologie:

  • disturbi della coordinazione centrale del neonato (bambini rischio);
  • esiti di lesioni del sistema nervoso centrale (paralisi celebrali infantili, ictus, lesioni midollari, ecc.);
  • esiti di lesioni del sistema nervoso periferico (spina bifida, paralisi del plesso brachiale, paralisi facciale, ecc.);
  • lesioni di tipo ortopedico (piede torto, torcicollo, lussazioni e sublussazioni dell’anca, scoliosi, ipercifosi, esiti di fratture);
  • distrofia muscolare;
  • sclerosi multipla;
  • artrogripposi;
  • condroplasie;RR Passaggio alla Quadrupedica
  • problemi della respirazione, deglutizione e masticazione;
  • ipotonie conseguenti ad alterazioni dello sviluppo psicomotorio;
  • coma.

Il Concetto Vojta come strumento valutativo

Elementi di Valutazione presi in considerazione dal prof. Vojta nei disturbi del sistema nervoso centrale e periferico

 

Valutazione kinesiologica della motilità spontanea: prendendo come scala di riferimento lo sviluppo ontogenetico relativo all’età cronologica del bambino, è possibile fare una diagnosi qualitativa e quantitativa delle sue capacità.

Reattività posturale: il prof. Vojta ha elaborato uno screening di 7 prove posturali, di cui una porta il suo nome, che forniscono elementi di valutazione per una diagnosi clinica, già in epoca neonatale; attraverso una vasta molteplicità di afferenze il S.N.C. elabora un determinato modello motorio, in relazione all’evoluzione del S.N.C. stesso. In base al numero delle prove anormali ed alla qualità delle risposte viene data l’eventuale indicazione al trattamento, tenendo sempre presente il quadro generale dello sviluppo del bambino.

Riflessi primitivi: di questi riflessi se ne valuta la presenza/assenza, il perdurare e l’intensità della risposta motoria.

Orofacciali:

  • Babkin
  • Ottico-facciale
  • Acustico-facciale
  • 4 punti cardinali

Cutanei:

  • Prensione delle mani
  • Prensione dei piedi
  • Galant
  • Addominali

Estensori:

  • Tonici:
    • Sovrapubico
    • Reazione primitiva di sostegno
    • Estensione crociata
    • Marcia automatica

    Fasici:

    • Estensione calcaneare

Riflessi osteotendinei
Riflessi patologici: nello sviluppo normale non sono mai presenti.

  • Clono
  • Riflesso di Rossolimo
  • R. di estensione carpale
  • Riflessi toniciE’ possibile anche una valutazione riabilitativa attraverso le risposte che si ottengono mediante l’attivazione del modello di locomozione: attraverso la terapia stessa si possono evidenziare le potenzialità raggiungibili dal paziente.